I reni nuvoli cedono cadendo pioggia,
Parto sapendoti chinato verso goccia,
Goccia,
Volendo al mio ritorno
Il mondo divenire,
Mare fuso all’osso nudo di un fondale
in difetto di sabbia PER L'AVVENIRE.

Buttami addosso
Un manto,
Per tener testa alle sferzate fredde,
Magari un ombrello di carne tramutato
Dal tuo peso d’acqua in ala.

Tu,

Trasfigurazione del mio esagerato io
In difetto di terra,
Tu approccio del limite umano
Con l’irreversibilità del cielo,
Guarda fisso
Il tuo cadere e
Nel cadermi addosso
Fissa lo smalto del bulbo uomo poiché
Per questo che
Da tempo prego,
Scontrarmi col tuo pesante osso d’acqua.
I rantoli cuneiformi
S’infrangon sulle alee,
Tu mi rinasci nei peccati
Assorbito dalle squamose pelli
Ingoiandoti i frantumi gemicati
In cui intinte si son anche
Le lacrime più vere.
S’è perso nella notte,
Quell’uomo in cui si fusero
Le nostre diamantate carni,
rimasero due occhi senza bulbo
A splendere sul vetro,
Riflesso di due cuori umani,
S'è persa traccia di chi creò il mare
Sai forse
Fummo noi il principio
del blu che
oggi ci attraversa il sangue..