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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 2008-12-16 | [This text should be read in italiano] |
l’aria
disfattasi d’ogni peso di grigiore invernale si compone alle fratture dell’animocicatrizzando sull’Ioi piccoli cristalli di neve dilatando il cuore per infilarci come in un utero caldo il cosmo respirandola la bocca sacrifica il suo silenzio lei segna d’odori il dentro come un profumo inalato che dai pori del derma in delizie speziate fragili all’olfatto passa al corpo IO sempre consumato da chimere assaggiato dai sogni mi spacco dilaniato da sensazioni incredibili infettato fino alle articolazioni dell’immaginario tampono l’aorta sentimentale con cui ti ho cucito ogni velo sperano che emorragia d'amplessi mi porte nell'oltre fingo di non interrompere il miraggio per gustarmi il momento mi sento vivo mi sento strano appagato l’impotenza perde le sue lame tra le trame del capo fulminano i sentori d’orgasmo gli occhi degli specchi composti in cocci di buio balbettano in ombre le contorsioni di luce mi rannicchio nel seno del letto lasciandomi sfiorare dalla materia di quelle nebbie oscure vorrei poterti conquistare all’infinito o disporre del mio tempo senza inganni mutare meno di spirito negli ingranaggi delle percezioni stagionali vincerti i baci come gli Dei le corse nell’Olimpo corona d’alloro e fulmini del mastro Vulcano divenirti cuscino d’ovatta dove tu possa poggiare la delicata guancia presa in caldo rossore dal sonno morire d’attesa per veder gocciolare quei due opali che ti luccicano negli occhi affrontando gli spiriti dell’assurdo il tormento ossessivo della carne così che entrambi dall’immobilità rapiti noi ci si possa fondere in qualcosa d’ astratto un infante celeste un angeloun ipogrifo forse l’aria ha portato il tuo cuore nella mia anima ed io mi consumo d’amore come un delicato stoppino preso a sfidare la grande fiamma perdente ma convinto
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