Come un cucchiaio di nutella
Sul pane
Spalmate sulla terra la mia cenere
Redenta,
soffiato dal naso celeste
vorrei essere plasmato sul grumo della terra
infossato
fra le piaghe del campo arso e secco,
obliato
perché impresente.
Presentatemi al nuovo giorno
Così che
Il velo dei tuoi pensieri
Si possa ricordare del colore dei sogni
E il vortice delle mia passioni,
Le lacrime
Quelle le ho abbandonate
Anche loro sconosciute
Al giorno che muore.
Plasmatemi sulle rughe della terra
Soffiato dal naso celeste
Ansimante.
Liquefatto
Il pensiero immanente
Si solidifica
Nel dolore del genere umano.

Ier sera
In auto
Blasfemo
Puntando un dito al cielo,
la morte mi trattiene
in questo lato dell’essere
esaspero il pensiero di te.