Mi sleghi le dita fuse tra le tue icone di gonne
forse le mie unghie avranno il becco dolce
come vecchie mou di caramello
per restarti appiccicate addosso.

Sono un sensore allarmato dalla pioggia
qui tra corpi fritti in amplessi veri
coccola il mio terzo occhio cieco, prego,
per addormentar col sguardo magico i cirri.

Mi s'è spento il motore andando e
tu prepari un cafè da schifo,
vedi amore sto ancor grondando
dal cervello in fiamme, schegge d'infinito.


Tu, sei muta e calma tra lenzuola sfuse e
a tempestar scende l'acqua dal livido del cielo
spero che le tue labbra sian ancora affamate
ho alcool nella vena e tanto amore vero...