Il mio ginocchio ferito da troppo prego
duole sui silenzi impastati d'ombra e
forse in qualche crepa del cuore un Dio
splende per dare luce allòa tenebra profonda.
Non abbiamo catene diverse nella vita da quelle
che da soli ci mettiamo alle caviglie, ai pensieri, ai sentimenti,
cercando un vincolo di legame umano
con soli talenti e senza difetti.
Ho nel verso un pezzo del mio corpo e
la parola m'è inchiostro caldo non sangue,
ho gli occhi scolpiti dal vento,
con alti castelli di sabbie sulle rive blande.
Cerco l'assoluto tra le tue radici
mischiando la mia saliva azzurra in un bacio,
cerco un nome tra miliardi di nessuno che
stia eternamente al mio fianco.