"Un café per favore."
Il cameriere dall'aria malaticcia s'allontana.
Nel cuore s'apre un monastero di tristezza
in cui medito senza te, quel che rimane.

M'accendo una sigaretta,
due metri di fumo al cielo,
rondini bianche di nubi senza volo e
giro intorno al polo magnetico di un ricordo
con lo sguardo in chilometriche scie,
che la cenere del tabacco divora...
Il café è bollente,
l'aria invece è molto fredda,
gli avventori son altri anonimi sospiri del creato,
un sorso di vita dal nero caldo
soffoco un blues tra le corde vocali strozzate,
dove sei?
esisto nei tuoi pensieri ancor, oppur m'hai cancellato?

Perdonami.Ti sarò mancato,
questa nera bevanda mi ubiaca
solo immaginandoti specchiata sul suo viso
profumato.
Adesso con chi sei?
Ti amerà un altro, uno più bravo di me e
meno bugiardo.
Fumo e non dimentico,
nemmono sto cielo grigio ricorda un altro azzurro,
ma canto così del dispiacere che mi rode dentro
mi resta il futuro...